Sindaco di Crema: "No al Decreto Salvini"

Stefania Bonaldi: "Ho giurato sulla Costituzione, non sulla Legge Sicurezza".

Sindaco di Crema: "No al Decreto Salvini"
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Sindaco di Crema: Profili di incostituzionalità e gravi conseguenze per la comunità. Per queste ragioni Stefania Bonaldi, avoca a sé le richieste in anagrafe valutando caso per caso. “Possibili interventi in qualità di Ufficiale”.

Sindaco di Crema: "No al Decreto Salvini"

Il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, ha dato disposizioni al Servizio Anagrafe del Comune in merito agli elementi di criticità del Decreto Legge 132/18 “Sicurezza”, criticità che molti Amministratori Locali e l'ANCI Nazionale stanno rilevando in queste ore e per i quali è fortemente in dubbio il rispetto di diritti costituzionalmente garantiti. In pratica non disobbedisce ma ha fatto sapere che valuterà caso per caso e poi deciderà.

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Le motivazioni

Il sindaco con la propria circolare evidenzia in particolare gli effetti dell’articolo 13 della Legge, che nega la possibilità di ottenere la residenza al richiedente asilo in possesso di permesso di soggiorno. Questo mancato riconoscimento ha come conseguenza, denunciata da molti amministratori, la perdita di molteplici diritti “le cui conseguenze ricadranno”, ricorda il sindaco nella sua lettera, “oltre che sui diretti interessati, anche sui Comuni e sui cittadini”.

Il solo domicilio, infatti, non consente ai cittadini stranieri i diritti di:

• Assistenza sanitaria

• Iscrizione a scuola dei figli

• Iscrizione nelle liste di collocamento, liste di mobilità e simili

• Riconoscimento di indennità previdenziali e assistenziali

• Conseguimento o rinnovo di documenti di idoneità (ad es. patente di guida, indispensabile per accedere a tanti lavori)

• Diritto di firma nei contratti di diritto privato (ad es. sottoscrizione di un contratto di microcredito o di locazione)

• Diritto di firma negli atti con la Pubblica Amministrazione (ad es. la possibilità di partecipare ai bandi per accedere a qualsivoglia tipo di beneficio sociale).

Ritenendo le conseguenze del divieto estremamente gravi e pregiudizievoli in primo luogo per i soggetti interessati dal provvedimento, così come, indirettamente, per l’intera comunità civile, in termini di convivenza sociale e di ordine pubblico, il primo cittadino di Crema dispone di essere “direttamente ed immediatamente informata, rispetto ad ogni istanza di iscrizione che pervenga agli Uffici e che ricada sotto l’ambito di applicazione della L. 132/2018”. Ciò al fine di valutare caso per caso e di volta in volta le situazioni che si presenteranno agli uffici comunali, “senza escludere, in extremis, interventi del sindaco in qualità di Ufficiale dell’Anagrafe”. Quindi senza impartire ordini di servizio agli operatori comunali ma, in ipotesi al momento puramente eventuali, assumendone direttamente la potestà in qualità di ufficiale di governo.

“Quando mi sono insediata ho giurato sulla Costituzione”, chiosa il sindaco, “non sulla Legge Sicurezza. Vero che non spetta ai sindaci la decisione di sospendere l’applicazione della legge, se ritenuta incostituzionale. Vero altresì che diverse Regioni in queste ore stanno ricorrendo alla Consulta, a riprova di una diffusa situazione di preoccupazione per la compromissione di diritti primari e di fondati motivi di incostituzionalità dell’art. 13, così come di molteplici altre disposizioni contenute nel provvedimento”.

Circostanza che induce, quanto meno, ad avviso del sindaco, ad assumere un attento e diretto presidio della situazione.

Sono in programmazione nei prossimi giorni incontri con le realtà ospitanti i richiedenti asilo sul territorio, al fine di conoscere in modo puntuale e preciso lo stato dell'arte per quanto riguarda le persone ospitate presso la città.

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