Mercatone Uno, colpo di grazia: è fallita la società del salvataggio

A Madignano sono 35 i posti di lavoro a rischio.

Mercatone Uno, colpo di grazia: è fallita la società del salvataggio
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Mercatone uno, è fallita l’azienda che ha rilevato il colosso dell’arredamento a basso costo. Lo ha dichiarato il Tribunale ieri, venerdì 24 maggio 2019, decretando l’affidamento a un curatore fallimentare per la Sheraton holding, società che controlla la grande catena che ha un importante punto vendita anche a Madignano in provincia di Cremona.

L’associazione dei creditori di Mercatone Uno

A darne notizia è l’associazione Fornitori Mercatone uno, nata proprio in queste ore per la tutela dei diritti dei creditori delle società del Gruppo ammesse alla procedura di Amministrazione Straordinaria nel 2015.

“I fornitori hanno sempre manifestato a tutti gli organi competenti le proprie perplessità sull’operazione con Shernon Holding. – ha dichiarato William Beozzo, direttore dell’associazione – Sono stati persi altri 8 mesi e ulteriori risorse finanziarie. Ricordiamo che in gioco non ci sono solo i 1860 dipendenti del Gruppo, a cui mandiamo tutta la nostra solidarietà, ma anche tutti i dipendenti delle nostre aziende, un indotto che coinvolge in Italia quasi 10mila persone.”

Posti di lavoro a rischio

A Madignano sono 35 i posti di lavoro a rischio mentre in tutt’Italia complessivamente in bilico ci sarebbero 1.800 persone nei 55 punti vendita che la Shernon Holding aveva acquisito. Le aziende fornitrici coinvolte nella vicenda Mercatone Uno sono oltre 500 disseminate su tutto il territorio italiano per un valore di crediti non riscossi, ad oggi, intorno ai 250 milioni di euro.

I dipendenti sono venuti a conoscenza del fallimento via Facebook nella notte: “Non c’è stata nessuna comunicazione ufficiale da parte dell’azienda”, ha spiegato nella nota Luca Chierici, segretario della Filcams di Reggio Emilia.

Cisl: “Mercatone trascinato al fallimento”

“In sei mesi la Shernon Holding ha trascinato al fallimento una società presente su tutto il territorio nazionale e che occupa oltre 1800 lavoratori. Questo, naturalmente ci pone delle domande sulle sue capacità industriali e sulla bontà delle operazioni che voleva mettere in atto. Oggi chiediamo che si trovino metodi e finanziamenti per far continuare una realtà, e giovedì, con l’incontro già programmato al MISE, che quantomeno il ministero attui una serie di azioni e offra la propria  responsabilità per dare risposte concrete ai lavoratori”. Così Terry Vavassori, della segreteria FISASCAT CISL di Bergamo. La comunicazione del fallimento, spiega, è stata comunicata poco prima di mezzanotte e ai lavoratori “in diretta, alle 8 di mattina mentre stavano entrano nel negozio”.

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