Giornata nazionale del profumo: i vezzi segreti delle donne Gonzaga

I vizi e i vezzi di bellezza alla Corte dei Gonzaga, capofila delle dame profumate Isabella d'Este.

Giornata nazionale del profumo: i vezzi segreti delle donne Gonzaga
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Giornata nazionale del profumo: essenze di Iris fiorentino, violetta e fiori d’arancio, dall’Oriente era quasi venerato il benzoino ovvero l’essenza estratta dai tronchi degli alberi del genere Styrax.

Giornata nazionale del profumo

Il 21 marzo il passaggio di testimone inverno-primavera viene sancito anche dalla giornata nazionale del profumo. Ogni stagione ha i suoi odori caratteristici, amati e odiati. Ma quando si parla di Primavera viene naturale pensare ad una camminata in un giardino fiorito. E così doveva essere anche nel Rinascimento se proprio all’interno dei Palazzi e delle Corti vengono costruite piccole oasi verdi in cui poter trascorrere del tempo lontano dai rumori della politica. Così era anche per i Gonzaga che hanno fatto realizzare giardini segreti e pensili all’interno del Palazzo Ducale. Così era soprattutto per Isabella d’Este, moglie del marchese Francesco II Gonzaga, amante delle arti in generale, collezionista, creatrice di moda e di mode. Nel suo appartamento in Corte Vecchia, oltre ai celebri spazi della Grotta e dello Studiolo, c’è spazio anche per il giardino segreto che doveva rappresentare una stanza di meditazione e silenzio, come una delle sue imprese.

Isabella davanti allo specchio

La marchesa ama i profumi a tal punto che li crea lei stessa o li fa creare ai profumieri mantovani secondo le sue volontà e gusti. Attivissima la sua relazione con Venezia, famosa nel Rinascimento per l’arte dei suoi profumieri e per gli scambi con l’Oriente. Profumi vegetali e animali. Arancia, bergamotto, rosa di Damasco e zibetto erano i suoi preferiti. Un posto d’onore spetta all’ambracane ovvero all’antico nome dell’ambra grigia, una secrezione del capodoglio. Intenso e pungente come lo zibetto.

Cosa si mettevano le dame del Rinascimento

Oltre alle note intense dell’ambracane e del muschio a Venezia piaceva moltissimo lo zibetto, un’essenza estratta dalle ghiandole del mammifero che ha dato il nome al profumo. Venezia si contende il trono di “città dei profumieri” con Firenze: da qui provengono le essenze di Iris fiorentino, violetta e fiori d’arancio. Dall’Oriente era quasi venerato il benzoino ovvero l’essenza estratta dai tronchi degli alberi del genere Styrax. E poi l’aloe indiano, il balsamo egiziano, il muschio indonesiano, l’incenso arabo. Essenze da mille e una notte.

Ovunque, dappertutto, in ogni cosa

Il profumo, oltre alla consueta forma liquida, si poteva trasformare in forma solida e finire a profumare i cassetti con la biancheria. Proprio come oggi. I “brazaleti de odore” erano dei bracciali preziosi con un’applicazione cava in cui inserire una pastiglia odorosa che, al contatto con la pelle, rilasciava la sue essenza. Cassettine per la dote, gioielli e bottoni. Il profumo era davvero dappertutto. Si metteva all’interno dei cosiddetti bussoletti o pomander, preziosi scrigni cesellati di forma sferica che si agganciava alla cinture. Anche i guanti dovevano essere ben unti con olio aromatico. Non è un caso che a Venezia i guantai e i profumieri stipulassero nel 1582 uno statuto per tutelarsi dai farmacisti. Lotta tra corporazioni.

Profumo e galateo, la pulizia come momento sociale

Il profumo irrompe anche sulle tavole. Oltre agli odori succulenti dei luculliani banchetti, a tavola si compivano dei riti e dei gesti che avevano una funzione sociale e simbolica. Prima di cominciare a mangiare, combinando mani e posate, i convitati si passavano un acquamanile con la cosiddetta acqua nanfa, una miscela di diversi distillati tra cui rose e fiori d’arancio. Anche gli “stechi da denti” erano profumati e spesso portati dalle dame direttamente al collo in forma di monili.

Il curatore

Simone Rega è laureato in Storia dell’Arte ed ha conseguito il Master di primo livello in Management della valorizzazione territoriale ed accoglienza turistica. Scrittore e guida turistica, si occupa di promuovere e valorizzare attraverso eventi dedicati e bandi le aziende del territorio. Con il blog Meraviglia a Domicilio racconta Mantova e le piccole curiosità che stanno dietro alla Storia. Ha vinto nel 2012 un concorso nazionale di poesia e nel 2013 ha pubblicato il libro Il Testamento del Clown. E’ presidente dell’Associazione di promozione Sociale RUM Ri-animazione Urbana Mantova che si occupa di welfare e rigenerazione urbana. E’ inoltre local manager di Igersmantova, la community che si occupa di raccontare il territorio di Mantova attraverso Instagram.

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