L'architetta Giulia Nardò, da Palazzo Pignano alla Spagna

La sua tesi di laurea in Scienze dell’Architettura riguarda il canale Vacchelli e la riduzione del consumo di suolo nel Cremasco

L'architetta Giulia Nardò, da Palazzo Pignano alla Spagna
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Classe ‘92, Giulia Nardò è una brillante architetta che il Cremasco merita di conoscere. Originaria di Palazzo Pignano, vive e lavora in Spagna, ma è il terreno cremasco quello sul quale ha gettato le basi del suo futuro.

Un nuovo Vacchelli

Un parco lineare fra acqua e terra – Mobilità dolce e progetto di spazi aperti lungo il canale Vacchelli: proposta di riqualificazione leggera di aree rurali abbandonate. Questo il titolo della tesi di laurea che Giulia ha dedicato a uno dei corsi d’acqua più noti della zona. «L’idea di concentrarmi sul canale Vacchelli è nata dalla volontà di affrontare il tema della dismissione in ambito rurale – ha spiegato illustrando le finalità del progetto – Infatti il primo passo è stato quello di rilevare e mappare gli edifici abbandonati presenti in 16 comuni del cremasco. Volevo assolutamente occuparmi di qualcosa che riguardasse il mio territorio e portare l’attenzione sulla necessità di dare precedenza al recupero, piuttosto che alla costruzione di nuovi edifici residenziali, che spesso sono superflui e finiscono col restare invenduti».

Architetta d’Europa

Dopo la triennale di Scienze dell’Architettura al Politecnico di Milano, nel 2015 Giulia Nardò ha preso parte al progetto Erasmus, che l’ha condotta in Spagna, all’Escuela Técnica Superior de Arquitectura di Madrid, prima di conseguire, nel 2016, la laurea magistrale in architettura con indirizzo Progettazione Tecnologica e Ambientale. Dopo un’esperienza lavorativa in Belgio, l’architetta di Palazzo Pignano è tornata in Spagna, dove lavora in uno studio di architettura e interni.

La fuga di cervelli

Sulla “fuga di cervelli” che da più di dieci anni affligge il Paese non ha dubbi: «Come altri miei colleghi del settore ho deciso di emigrare perché all’estero ci sono maggiori possibilità di crescita professionale. In Italia non solo è difficile trovare lavoro, ma quando lo trovi gli stipendi sono bassissimi e nessuno ti assume. Lavori solo con la partita Iva». Maggiori tutele, migliori prospettive, crescita professionale dovuta non solo all’anzianità: questi i motivi alla base dei tanti esodi oltreconfine. Una tragedia occupazionale trasversale al settore, orfana di provvedimenti per invertire il trend negativo. Consoliamoci, perché la tesi di Giulia Nardò resta un progetto pazzesco, ambizioso quanto valido, al quale l’Amministrazione cremasca dovrebbe proprio dare un’occhiata.

 

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