Dove partorire: la classifica degli ospedali in Lombardia

Clinica Mangiagalli al primo posto in Lombardia per numero di parti. Mantova, Lodi e Cremona rispettivamente al 18°, 20° e 27° posto.

Dove partorire: la classifica degli ospedali in Lombardia
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Dove partorire: torna la campagna informativa per aiutare le future mamme nella scelta dell’ospedale dove partorire. Sono molti i criteri di valutazione, ma la Lombardia si conferma ancora tra le migliori regioni italiane.

Dove partorire? Cosa vogliono le future mamme

Se da un lato la gravidanza è una delle gioie più belle della vita di una donna, dall’altro richiede una gran cura e attenzione 24 ore al giorno 7 giorni su 7. Ecco perché le donne in maternità hanno bisogno di recarsi negli Istituti ospedalieri che le seguono al meglio e offrono numerosi e buoni servizi per il benessere della madre e del figlio durante il travaglio.

Indicatori di un buon ospedale

”Le autorità ministeriali hanno stabilito alcuni punti fermi che consentano di valutare la bontà di una struttura. In base all’Accordo Stato Regioni del 2010, i punti nascita devono eseguire almeno 1000 parti annui. I volumi di attività possono avere, infatti, un rilevante impatto sull’efficacia degli interventi e sull’esito delle cure, come dimostrato dalle evidenze scientifiche,” afferma Elena Azzolini, medico specialista in Sanità Pubblica e membro del comitato scientifico “Dove e come mi curo”. Inoltre bisogna tener conto anche della frequenza dei tagli cesarei che dovrebbero essere solo il 25% su 1000 parti o il 15% per gli ospedali che seguono meno di 1000 parti.

I dati reali

Tra i 461 ospedali che eseguono i parti, soltanto il 38% di questi seguono più di 1000 parti all’anno, di cui 43% al nord, 22% al centro e 34% al sud. Di questi 38% solo il 58% degli istituti ospedalieri seguono le indicazioni fissate sui parti cesarei. Inoltre non si può tralasciare il forte divario interregionale che purtroppo esiste: infatti a differenza del nord con il 63% degli ospedali che registrano i dati positivi, le regioni centrali e meridionali registrano rispettivamente il 19% e il 18% dei valori adeguati.

Come capire se l’ospedale è efficiente

Come già si può immaginare, un buon ospedale è in grado di offrire un buon numero di servizi in tutti gli ambiti e settori sanitari. Le future mamme, d’altronde, cercano un personale competente e che assecondi i loro bisogni. Di conseguenza gli edifici ospedalieri, per essere validi da questo punto di vista, devono essere muniti di analgesia epidurale 24 ore su 24, ma soprattutto di un’efficiente reparto di terapia intensiva neonatale. Inoltre deve essere consentito il rooming-in, ovvero quell’organizzazione ospedaliera che permette di lasciare il neonato nella stessa stanza della madre per tutto il giorno, senza lasciarlo nella stanza comune con gli altri bambini. Molto diffusa è anche la richiesta del parto in acqua, perciò l’ospedale dovrebbe essere munito di vasche affinché favoriscano questa richiesta. Inoltre, la possibilità di richiedere la raccolta del sangue del cordone ombelicale o, ancora, la presenza dei Bollini Rosa di O.N.Da (da 1 a 3), che segnalano l’attenzione per le esigenze femminili.

La classifica

Le 5 strutture che in Lombardia effettuano un maggior numero di parti sono:
Ospedale Maggiore Policlinico – Clinica Mangiagalli di Milano (n° parti: 5906) (2° in Italia)
Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo (n° parti: 4235) (4° in Italia)
Presidio Ospedaliero Spedali Civili di Brescia (n° parti: 3234) (9° in Italia)
Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi di Milano (n° parti: 3215) (10° in Italia)
Ospedale Filippo del Ponte di Varese (n° parti: 3008) (12° in Italia)
Il Carlo Poma di Mantova si trova al 18° posto, seguito al 20° dall’Ospedale Maggiore di Lodi e al 27° posto dall’Ospedale di Cremona.

Altre eccellenze regionali

La Fondazione Poliambulanza – Istituto Ospedaliero di Brescia, la Fondazione MB per il Bambino e la sua Mamma di Monza, l’Ospedale Niguarda Ca’Granda di Milano, l’Ospedale Macedonio Melloni di Milano, il Policlinico San Matteo di Pavia, l’Ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia, l’Ospedale Vittorio Emanuele III di Carate Brianza e il Presidio Ospedaliero Alessandro Manzoni di Lecco raggiungono performance molto alte sia per quanto riguarda il numero di parti (che deve mantenersi maggiore-uguale a 1000), sia per ciò che concerne le percentuali di tagli cesarei (che devono mantenersi inferiori-uguali al 25%).

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