Diffamò il Sindaco Bonaldi sui social: condanna e multa di 1.750 euro

In seguito al dirottamento del bus pubblicò commenti gravemente lesivi contro Stefania Bonaldi: individuazione grazie alla polizia postale.

Diffamò il Sindaco Bonaldi sui social: condanna e multa di 1.750 euro
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Diffamò il Sindaco Stefania Bonaldi sui social: condanna e multa di 1.750 euro. In seguito al dirottamento dell’autobus una persona pubblicò commenti gravemente lesivi contro Stefania Bonaldi. L'individuazione resa possibile grazie alla polizia postale.

Diffamò il Sindaco Bonaldi sui social

Nelle scorse settimane il Sindaco di Crema ha ottenuto un decreto penale di condanna, con sanzione penale per il reato di diffamazione e conseguente multa di 1.750 euro, emesso dal Giudice del Tribunale di Monza su richiesta della Procura, a carico di una persona che aveva condiviso sui social network un post contenente gravi affermazioni diffamatorie nei suoi confronti. La sanzione penale è stata mitigata per via dell’applicazione del rito alternativo.

I fatti

I fatti risalgono ai giorni successivi al dirottamento dell'autobus dei ragazzi della Media Vailati: Stefania Bonaldi aveva depositato denuncia querela contro ignoti presso il Commissariato di Crema in relazione a numerosi commenti diffamatori, lesivi della sua onorabilità, comparsi sui social media con riferimento a quella drammatica vicenda. Questo provvedimento del Tribunale di Monza, competente in ragione delle generalità e luogo di residenza del condannato, individuato a seguito delle indagini della polizia postale, è il primo in ordine temporale, ma sono numerose le situazioni oggetto di denuncia-querela penale e tuttora al vaglio della magistratura.

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“Sono soddisfatta di questo primo esito”, afferma il sindaco Stefania Bonaldi, “anche se con il mio legale di fiducia intendo andare fino in fondo per tutti i casi sottoposti alla magistratura. Esprimere il proprio dissenso e opinioni politiche diverse è un diritto, farlo inventando di sana pianta fatti e situazioni, diffamando, insultando e minacciando (anche di questo parliamo in altri procedimenti) invece è un reato. Anche se commesso dietro lo schermo di un computer, anzi, con una pervasività ed un potenziale di diffusione ancora maggiori. Reputo quindi che denunciare questo uso improprio e scorretto dei social media sia doveroso, anche per contribuire a creare una giusta cultura del rispetto, non tanto o non solo delle Istituzioni, ma di ogni persona”.

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