Casa famiglia sotto sfratto Oscar Villa chiede aiuto ai compaesani

Lui, la moglie e i suoi ragazzi si sentono smarriti come i loro ospiti

Casa famiglia sotto sfratto Oscar Villa chiede aiuto ai compaesani
Pubblicato:
Aggiornato:

Oscar Villa chiede aiuto ai pandinesi per la sua casa famiglia, che è sotto sfratto.

Sotto sfratto la casa famiglia, chiede aiuto ai suoi compaesani

Da anni si è trasferito a Cavacurta, dove con la moglie, ha aperto una casa famiglia per minori in difficoltà, ma adesso, in una situazione difficile si trova lui, e chiede aiuto a tutti i compaesani per una struttura tutta nuova. E per questo ha deciso di lanciare un messaggio d’aiuto anche ai suoi ex concittadini, tramite un video su Youtube e su Facebook che sta facendo il giro della rete Cremasca e non solo.

“Per anni ho vissuto a Pandino, aiutatemi”

«Sono nato nel ‘68 e ho vissuto a Pandino fino a quando ho compiuto 30 anni – ha spiegato – Ho giocato a calcio in paese, sono stato nelle varie associazioni. Prima del matrimonio mi sono allontanato dal paese, poi sono andato ad abitare con mia moglie a Cavacurta, nel lodigiano, a 40 chilometri dal paese. Con mia moglie abbiamo deciso di diventare casa famiglia, 20 anni fa, avere figli nostri e ad accoglierne. In tanti sono passati, hanno trovato una soluzione ai problemi della loro vita e ne hanno ricominciata un’altra. Da qualche tempo ci siamo ritrovati a dover cambiare abitazione per una serie di vicende. L’acquisto di una nuova casa ci ha costretto a iniziare una raccolta fondi, per una nuova casa e un nuovo punto di partenza per dare a queste persone un nido per poter stare e continuare a lavorare per ricostruire una nuova vita». Villa si sente come i ragazzi che ospita.

“Ci sentiamo smarriti e senza un punto fermo, come i ragazzi che ospitiamo”

«Smarriti, senza un punto fermo, come i ragazzi che ospitiamo – ha continuato – Ci sentiamo un po’ come loro. Questo momento per noi diventa un affidarsi agli altri per superare un momento difficile. L’idea è impegnativa, è importante. Siamo in tanti e la casa deve essere spaziosa, con opportunità per nuove accoglienze, cosa che in questa casa non abbiamo. La struttura deve rimanere all’associazione e deve essere duratura. Chi vuole aiutarci può mettersi in contatto con me, ho saputo che faranno un banchetto il giorno della sagra, il 18 marzo. Vi aspetto, cercheremo di esserci come famiglia, nel frattempo grazie a tutti».

Seguici sui nostri canali